Lo stato di Presenza

L’identificazione con la propria mente rende compulsivo il pensiero e allontana dalla realtà, dal presente.

Non essere capaci di smettere di pensare è un’afflizione terribile, ma non ce ne rendiamo conto perché quasi tutti ne soffrono, per cui è considerato terribilmente normale. Questo rumore mentale incessante vi impedisce di trovare quel regno di quiete interiore che è inseparabile dall’Essere. Chi è obbligato a pensare, il che significa quasi tutti, vive in uno stato di apparente separatezza, in un mondo follemente complesso di continui conflitti e problemi, un mondo che riflette la sempre crescente frammentazione della mente. Eckhart Tolle

Viviamo nell’era dell’intelligenza artificiale. Siamo sempre intenti a fare qualcosa, a consumare, sempre di corsa e dedichiamo poco o nessun tempo a praticare calma e silenzio.

La vita si manifesta nel presente ma spesso lasciamo che il qui e ora ci scivoli via, consentendo al tempo di sfrecciare inafferrato, sprecando i preziosi secondi delle nostre vite, preoccupandoci del futuro e rimuginando su avvenimenti passati.

Quando siamo al lavoro fantastichiamo di essere in vacanza, quando siamo in vacanza ci preoccupiamo di quel lavoro che abbiamo lasciato incompiuto. Non siamo mai al posto giusto.

Molte persone si ripetono tutti i giorni una sorta di mantra che assomiglia a questo: “un giorno quando avverrà questo, quello o quell’altro starò bene, sarò felice e in pace, ecc.”

Gli induisti chiamano questa disfunzione maya velo dell’illusione. “Tutto ciò che dobbiamo veramente fare è accettare pienamente questo momento. Allora siamo a nostro agio nel qui e ora e con noi stessi.” ECKHART TOLLE

Vivere nel momento consiste nel rimanere in uno stato di presenza attiva e non giudicante.

Dove siamo con la mente quando non siamo focalizzati sul momento presente?

Anche se tutti ne menzionano solo due, ci sono in realtà 5 dissociazioni mentali possibili che distolgono l’attenzione dall’adesso.

Passato.

In questa posizione mentale la tua attenzione è diretta verso eventi passati che sono nuovamente ricreati nella tua mente.  È la dimensione mentale associata ai rimorsi, ai pentimenti e alla nostalgia.

Futuro.

In questa posizione qui si immaginano eventi futuri.  Se i pensieri che riguardano il futuro sono di tipo negativo, affiorano ansie e preoccupazioni, se sono di natura positiva evocano speranza e fiducia.

È in questo spazio situato sempre all’orizzonte che la stragrande maggioranza delle persone colloca la felicità.

Altrove.

Immagina di stare lavorando con una bella giornata di sole con la temperatura ideale per essere altrove, in montagna o al mare. T’immagini come sarebbe bello in quel momento essere al mare o in montagna con i tuoi amici invece di essere al lavoro.

Questa è la posizione mentale altrove i pensieri che appartengono a questa categoria ti localizzano in un altro luogo svolgendo un’altra attività.

Nella mente delle altre persone.

Stamattina durante la pausa mi è sembrato che Luigi fosse un po’ freddo quando mi ha salutato.  Avrà trovato inopportuna quella cosa che ho detto in riunione, e magari ce l’ha con me. Oppure mi trova antipatico perché…

In questa tipologia di pensieri, stai effettuando una simulazione mentale di ciò che (secondo te) avviene nella mente delle altre persone. Chi si preoccupa eccessivamente del giudizio altrui passa molto tempo in questa posizione mentale.

A tal proposito vale la pena ricordare che nonostante tu possa avere la percezione di conoscere il pensiero degli altri, quello che in realtà stai facendo è solo una proiezione della TUA mente.

Il pettegolezzo.

Il pettegolezzo è l’attività di diffondere informazioni alle spalle di qualcuno, condividere ciò che si voleva mantenere riservato, chiacchierare delle vicende private di altre persone. Attività da sempre florida, a cui attualmente i social network hanno offerto nuove potenti armi, permettendo di ottenere una gran quantità di informazioni.

Per alcuni predomina il bisogno di sminuire gli altri per elevare la propria autostima e mettere a tacere la propria invidia.

Alcuni pettegolezzi possono essere devastanti perché hanno lo scopo di diffamare qualcuno e distruggerne l’immagine, metterlo in ridicolo, o anche solo perché, moltiplicati in modo esponenziale, accerchiano la vittima del pettegolezzo e invadono la sua vita e intimità fino a indurla alla disperazione e al suicidio. Le conseguenze possono sfuggire e assumere proporzioni inimmaginabili. Qualunque pettegolezzo, anche inizialmente innocuo, una volta nel meccanismo che lo deforma e amplifica a dismisura, può diventare letale.

Siamo talmente abituati a passare la nostra giornata in una di queste 5 dimensioni di pensiero che tralasciamo la più importante e autentica, quella che si trova al centro della nostra esistenza, il momento presente.

La mente è uno strumento dal valore inestimabile infatti è grazie alla nostra capacità di ragionamento ed analisi che la società è potuta progredire sino al livello attuale. Il punto è che, come qualsiasi strumento, dopo essere stato utilizzato nel momento del bisogno deve essere riposto, lasciato.

È qui che sorge il problema. La maggior parte delle persone infatti è incapace di interrompere il pensiero, al punto che la situazione viene ribaltata e non siamo più noi a usare la mente ma è lei che usa noi.

Perché è importante entrare nella presenza, nel “Qui e ora”?

Ci sono così tante buone ragioni che non saprei neppure da dove iniziare. Vediamone alcune in ordine sparso.

Ragione n. 1

Nello stato di presenza non esistono problemi poiché la definizione stessa di un problema è un concetto astratto della mente, un semplice pensiero.

Il più delle volte etichettare una determinata situazione come problema ha ripercussioni negative sull’atteggiamento e non fa che limitare le nostre possibilità d’azione.

Personalmente cerco di vedere ciò che la mia mente etichetterebbe come problema come una semplice situazione che potrebbe richiedere una o più azioni per essere migliorata.

Il mio obiettivo è quindi individuare e mettere in pratica questa azione. Se agire fosse impossibile, poiché sarebbe inutile lottare e resistere a una situazione che non si può cambiare, non resterebbe allora che praticare l’accettazione.

Ragione n. 2

Se in una determinata situazione è richiesta un’azione, questa tenderà ad emergere con maggiore efficacia dallo stato di presenza rispetto a quando sei “perso nei tuoi pensieri”.

Non è casuale infatti che siamo biologicamente predisposti ad entrare automaticamente in uno stato di vigilanza e presenza mentale nelle situazioni d’emergenza e di pericolo nelle quali è maggiormente importante agire in modo veloce.

Per questo motivo in numerose attività quali arte, recitazione, sport, il funzionamento ottimale si ottiene proprio quando ci si sgancia dalla mente pensante e si entra nel cosiddetto stato di flusso.

Ragione n. 3

Il passato e il futuro sono illusioni, non esistono veramente e vivono solo nella tua mente. Nulla è mai avvenuto che non si trovasse nel momento presente, in quanto è lo spazio nel quale si svolge la tua vita. Tutti gli eventi che hai vissuto si sono svolti nel momento presente e così quelli che avverranno non potranno che svolgersi nell’adesso.

Ne consegue quindi che l’unico modo per essere felice è esserlo ORA.

Ragione n. 4

Il 90% dei pensieri che facciamo durante una giornata è lo stesso della giornata precedente. E quella precedente ancora. Ricicliamo all’infinito gli stessi schemi di pensiero al punto che essi diventano del materiale inerte dal quale difficilmente può emergere qualcosa di nuovo. Non solo. Per via di una certa predilezione della mente di andare a pescare nel marcio gran parte di questi pensieri sono di natura “negativa”.

Ragione n. 5

Nel tradurre in pensiero ciò che osservi, la realtà viene impoverita e distorta da filtri inconsci. Le esperienze illusorie e artificiali create nella mente non potranno mai eguagliare la pienezza e ricchezza del mondo reale che ti circonda.

Ragione n. 6

Non solo vivere nel presente ha un forte impatto sul tuo benessere emotivo ma può anche avere un effetto sulla tua salute fisica.

Praticare una presenza non giudicante ha innumerevoli benefici. Riduce lo stress, rafforza il sistema immunitario, riduce il dolore cronico, abbassa la pressione sanguigna e aiuta i pazienti ad affrontare malattie gravi. Le persone consapevoli sono più felici e hanno un’autostima più sana.

Ragione n. 7

Le persone consapevoli possono sentire feedback negativi senza sentirsi minacciate, litigano meno con il proprio partner e sono più accomodanti e meno sulla difensiva. Come risultato le coppie consapevoli hanno relazioni più soddisfacenti.

L’inizio della libertà è la realizzazione che tu non sei «colui che pensa di essere». Il momento in cui cominci ad osservare colui che pensa, si attiva un livello di coscienza più alto. ECKHART TOLLE

Come entrare nel “Qui e ora” e vivere il momento presente:

La porta di accesso al qui e ora consiste nel praticare la consapevolezza.

Per mettere alla prova il grado di presenza dei propri allievi, alcuni maestri Zen si avvicinano di soppiatto ai loro allievi da dietro per colpirli all’improvviso con un bastone. Se l’allievo è pienamente presente e vigile si sposta in tempo, ma se viene colpito vuole dire che è immerso nei pensieri e inconsapevole.

Nei tempi in cui praticavo massicciamente l’attività del Qui e Ora, della presenza a contatto con la natura con trekking estremi nel Parco Nazionale Val Grande, ho sperimentato tantissimi “portali” o canali d’accesso per entrare nello stato del Qui e ora. Eccone alcuni da praticare nel corso della giornata che ho trovato particolarmente efficaci.

Focalizzarsi sulla sensazione di “vitalità” del corpo oppure sul respiro.

Portare la propria attenzione alle esperienze sensoriali del momento: suoni, odori, sensazioni etc.

Focalizzarsi sul silenzio o sullo spazio, il vuoto intorno a te.

Interrompere il pensiero.

Un segnale che indica l’”apertura” di un portale è l’innalzamento della calma interna.

Ricordati di praticare la presenza!

La pratica per entrare nel qui e ora dal punto di vista tecnico è relativamente semplice. La difficoltà principale, che solo l’1% delle persone anche motivate riesce a superare, è applicare i princìpi con l’impegno e la costanza richieste per iniziare a sperimentare i benefici concreti.

L’ostacolo numero 1 a questa pratica è rappresentato dal dimenticare di applicare la presenza non giudicante durante la giornata.

Una delle abitudini più nocive è l’incessante “ruminare” mentale spesso di natura negativa che accompagna gran parte della nostra giornata. Ci fa perdere la bellezza della vita che intanto scorre mentre siamo intenti a preoccuparci per un qualcosa che non è accaduto e probabilmente mai accadrà, oppure a pentirtici per ciò che abbiamo fatto o non fatto nel passato.

Portare l’attenzione al momento presente significa non solo vivere in uno stato libero da stress e preoccupazioni ma anche “onorare” l’unica finestra temporale nella quale si svolge la tua vita per assaporarla e goderla nel modo più completo, vibrante e libero.

Il respiro del presente è la nostra consapevolezza.

La consapevolezza è un aspetto di noi stessi da coltivare quotidianamente e costantemente. Quando diventiamo consapevoli diveniamo il testimone imparziale di noi stessi e impariamo a distaccarci dal flusso ininterrotto dei giudizi. La consapevolezza favorisce il raggiungimento della sospensione del giudizio e, questo a sua volta, favorisce la comprensione che le cose hanno un loro tempo naturale di maturazione, nutrendo la pazienza nei confronti della nostra mente e del nostro corpo. È necessario che la nostra mente abbia la predisposizione a guardare ogni cosa come se fosse la prima volta, ad essere recettiva a nuove possibilità cercando di non cadere in un atteggiamento di routine. Ogni esperienza, ogni sensazione è importante che venga vissuta come nuova, come se fosse la prima, con un atteggiamento di fiducia verso noi stessi.

Imparare ad essere presenti al proprio respiro, essere consapevoli, essere empatici, essere disposti ad ascoltare, ad accettare, a lasciare andare, significa portare l’attenzione nel momento presente, nel qui e ora.

Ciò che connette il visibile all’invisibile, il Corpo alla Coscienza e la Coscienza all’Anima è il respiro. Più tempo dedichiamo alla consapevolezza del respiro e più profondamente possiamo conoscere il corpo, la Coscienza e l’Anima. Conoscendo il corpo si fa esperienza di infinite possibilità, conoscendo la Coscienza si conoscono i propri limiti e le paure, conoscendo l’Anima ci si connette al Creatore e alla Luce dell’Infinito Vuoto. Ad un certo punto diviene chiaro che la missione è liberarci dall’ipnosi riduttiva che la mente esercita sull’essere fisico e ritrovare il vero corpo, la propria Coscienza e la connessione con l’Anima per liberarsi dalle catene della mente.

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